Nel vasto e silenzioso paesaggio dell’Artico, un singolo momento di quiete e fragilità cattura l’essenza di un mondo in rapida trasformazione. La fotografia "Letto di ghiaccio", scattata da Nima Sarikhani nelle remote isole Svalbard, Norvegia, si è guadagnata il prestigioso riconoscimento del Wildlife Photographer of the Year People’s Choice Award, un premio che sottolinea il potere della fotografia nel comunicare messaggi profondi e spesso inascoltati. Quest’opera, che ritrae un orso bianco addormentato su un piccolo iceberg alla deriva, non è solo una testimonianza della maestria artistica del fotografo, ma anche un simbolo potente della crisi ambientale che affligge l’Artico.

Il Bbc Wildlife Magazine, in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Londra, ha promosso da decenni questo concorso internazionale, creando una piattaforma per i fotografi di natura di tutto il mondo per condividere le loro visioni sulla bellezza, la diversità e la vulnerabilità del nostro pianeta. L’edizione 2023 del concorso ha visto oltre 75.000 partecipazioni da ogni angolo del globo, ognuna con la propria storia da raccontare, ma è stata "Letto di ghiaccio" a catturare l’immaginazione e i cuori del pubblico, diventando un’icona visiva che parla direttamente all’anima.

Il direttore del Museo, Douglas Gurr, ha definito l’immagine come "provocatoria", un promemoria del delicato equilibrio tra gli esseri viventi e i loro habitat. Questa fotografia va oltre la semplice rappresentazione di un orso in riposo; simboleggia la lotta per la sopravvivenza in un mondo che cambia troppo rapidamente a causa del riscaldamento globale e della perdita di habitat. L’orso, re indiscusso dell’Artico, si trova su un fragile letto di ghiaccio che sta letteralmente fondendo sotto di lui, offrendo una metafora potente e immediata della crisi climatica.

La mostra delle foto vincitrici e finaliste, inclusa "Letto di ghiaccio", sarà esposta fino al 30 giugno presso il Museo di Storia Naturale di Londra e, in un raro e prezioso riconoscimento internazionale, alcune di queste opere sono attualmente esposte in Italia, presso il Forte di Bard in Valle d’Aosta, fino al 2 giugno 2024. Tra le finaliste, troviamo storie di vita selvatica che variano dalla giocosa interazione di una tartaruga con un insetto a due leonesse che coccolano un cucciolo, dalla maestosità di un uccello con le ali spiegate simile a uno stormo nel cielo di Roma, alla magia di un’aurora polare che illumina delle meduse.

"L’arte della fotografia naturalistica non si limita a documentare momenti di vita selvaggia; è un mezzo attraverso il quale la comunicazione diventa visiva ed emozionale, toccando direttamente i nostri cuori e le nostre menti," afferma Sarikhani, il cui lavoro in "Letto di ghiaccio" esemplifica questa filosofia. Con la sua capacità di catturare l’attenzione su questioni ambientali critiche attraverso un singolo, eloquente scatto, la fotografia diventa un catalizzatore per il cambiamento, spingendoci a riflettere sul nostro impatto sul pianeta e sull’urgenza di agire ora per proteggere queste meraviglie naturali per le generazioni future.

"L’immagine di un orso bianco addormentato su un iceberg è molto più di una semplice fotografia; è un appello emotivo e visivo per la conservazione, un promemoria della nostra responsabilità collettiva nei confronti del pianeta Terra. In un’epoca in cui la comunicazione visuale supera spesso le parole, ’Letto di ghiaccio’ parla un linguaggio universale, trascendendo le barriere culturali e linguistiche per toccare l’anima dell’umanità."

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(c) foto del fotografo amatoriale Nima Sarikhani

09 Febbraio 2024 © web writers g&a ICT

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